Tanto per cambiare la storia che vi propongo oggi parla di nostalgia e di trash ed è condita da un po’ di cultura cinematografica. Parlerò infatti di Alfred Hitchcock presenta, la celebre serie famosa per la sua sigla iniziale, che però mi sta assillando per colpa di un profilo Instagram che seguo religiosamente: prossimicongiunti.
Il nostro podcast The Neon Picture Show mi ha dato l’occasione per approfondire tutto quello che c’è dietro a questa pietra miliare del trash. Ma prima di iniziare:
Cos’è Alfred Hitchcock presenta?
Per i cinefili Alfred Hitchcock rappresenta senza dubbio una delle vette massime della regia, non solo nella suspense, ma del cinema in generale. Per il pubblico generalista, però, non è sicuramente uno sconosciuto: tutti conoscono Psycho, la scena della doccia e la colonna sonora; tutti conoscono (almeno per sentito dire) Gli uccelli; ma c’è forse una cosa ancora più celebre, che conoscono pure le pietre ed è la sigla di Alfred Hitchcock presenta, in cui la silhouette di Alfred Hitchcock compare accompagnata dalla Marcia Funebre per una marionetta di Gounod.
Alfred Hitchcock presenta è una serie antologica creata e prodotta da Alfred Hitchcock stesso che diventa un antesignano della figura dello showrunner, e come tutti gli showrunner, dirige solo qualche episodio per stagione. Si tratta di piccoli thriller di 25 minuti (per quanto riguarda le prime stagioni, poi verranno estesi a 50 minuti, visto l’enorme successo negli Stati Uniti) con un’introduzione e una chiusura ironica dello stesso Hitchcock.
La serie originale è durata ben 10 stagioni, per un totale di 361 episodi, andate in onda a partire dal 1955. Il grande successo della serie ha attratto molti personaggi famosi, tra cui Vincent Price, Clint Eastwood, Steve McQueen e Bette Davis. Ma anche importanti registi e sceneggiatori tra cui William Friedkin che ha diretto l’ultimo episodio della serie.
A seguire, nel 1985, sono state girate altre 4 stagioni. Alfred Hitchcock era già morto da 5 anni e lo hanno riesumato colorando le sue vecchie introduzioni e montandole con i nuovi episodi.
Alfred Hitchcock presenta, in Italia
La serie è arrivata in Italia praticamente subito, infatti è stata trasmessa sul Programma Nazionale (oggi Rai 1) a partire dal 17 gennaio 1959. E poi ha continuato a essere riproposta nel corso degli anni su vari canali.
Giusto per aggiungere quel tocco di nostalgia, io ricordo benissimo la sigla e le introduzioni di Hitchcock che guardavo da bambino perché mio nonno guardava sempre la serie. Poi degli episodi non ricordo assolutamente niente, però ricordo quell’atmosfera dei pomeriggi invernali, con il camino che scoppiettava e quella sensazione di guardare qualcosa di destinato “agli adulti”.
Magari qualcuno mi smentirà, ma se non ho fatto male i miei calcoli, alla fine anni ‘90 la serie veniva mandata in onda su Rete 4. Non si trattava della serie originale, ma di quella a colori del 1985, quindi non escludo di aver avuto già il piacere di vedere il terzo episodio di quella stagione intitolato Svegliami quando sarò morta.
Gli episodi sono difficilissimi da reperire adesso, però sarà un piacere per me raccontarvi questa perla, davvero trash.

Svegliami quando sarò morta
L’episodio è stato scritto nientepopodimenoche Buck Henry, che assolutamente non conoscevo, ma è lo sceneggiatore de Il laureato ed è diretto da Frank Pierson, altro regista e sceneggiatore piuttosto sconosciuto che però non ha fatto niente di memorabile a differenza del suo collega. L’episodio non è da meno.
Partiamo subito dall’introduzione e dal finale colorati di Hitchcock, per capire che l’argomento trattato è chiaramente quello dell’ipnosi.
La trama
L’episodio comincia con la protagonista che è in atteggiamenti intimi con il suo compagno (che non vediamo mai in faccia). Si intuisce che sono in ritardo perché l’orologio di lui suona e lei dice un evocativo «guarda che posso ucciderti se non lo fermi subito».
La protagonista e suo marito si dirigono al party del fratello di lui, uno drammaturgo. Si capisce che il marito ha appena venduto la sua azienda e che quindi è pieno di soldi. Il fratello drammaturgo decide di ammorbare tutti alla festa parlando della sua ultima commedia che riguarda l’ipnosi regressiva. Decidono quindi di fare una dimostrazione dal vivo. Il drammaturgo ipnotizza quindi la nostra protagonista che regredisce fino a una vita precedente e inizia a parlare con accento francese. Dice che sta assistendo al tradimento del proprio marito con una serva. Presa dall’impeto afferra un coltello e uccide il marito nella realtà.
Chiamala scema, si becca tutto il capitale.
Sì, ma non sono tutti così scemi, infatti tra i presenti c’è un avvocato che la trascina in tribunale per dimostrare che era tutta una trovata prendere i soldi e scappare con il cognato. Durante il processo l’avvocato la mette alle strette e dice che se effettivamente quando ha ucciso il marito era sotto ipnosi, possono ripetere l’esperimento così da interrogare la tizia che parlava francese. Mi pare un iter processuale davvero tipico e sensato.
Il giudice per qualche ragione accetta questa procedura. Il cognato ipnotizza di nuovo la protagonista che comincia di nuovo a parlare francese, di nuovo descrive la scena del tradimento e, di nuovo, sotto l’impeto del momento afferra l’arma del delitto che gli viene mostrata dall’avvocato e ammazza pure il cognato.
Insomma, nella scena finale, con una finestra aperta su un bellissimo fondale dipinto, la protagonista parla di nuovo con il suo compagno che questa volta vediamo in volto: si tratta dell’avvocato. Suona di nuovo il suo orologio ed è la sigla di Alfred Hitchcock presenta.

Un brand ancora famoso
L’episodio è bello? No. Posso dire che non mi sia piaciuto? No.
Mi sono divertito a guardarlo, anche se non si riesce a sospendere facilmente l’incredulità. Anche il modo esagerato in cui gli attori recitano, fa un po’ parte della cifra stilistica di questo genere di prodotti.
E probabilmente non sono l’unico che trova questa serie affascinante ancora oggi. Infatti, non è raro infatti trovare ancora oggi nei mercatini di libri usati dei volumi intitolati “Alfred Hitchcock presenta”, che poi contengono dei racconti che Alfred Hitchcock neanche ha mai guardato.
Si tratta comunque di un brand ancora affermato e conosciuto. Lo dimostra il fatto che il primo agosto del 2024 è stato annunciato che a marzo del 2025 la serie diventerà un musical: Alfred Hitchcock Presents – The Musical, opera postuma di Steven Lutvak, autore di A gentleman’s Guide to Love and Murder. E io non vedo l’ora di farmi un viaggio in Inghilterra solo per godermi quello che si preannuncia come uno degli spettacoli più camp di sempre.