Sono passati più di sessant’anni da quando Pasolini ha diretto il documentario Comizi d’amore, eppure, tenendo conto di tutti i fisiologici mutamenti nella società, credo che in Italia ci siano ancora oggi tracce di quella pudicizia quando si parla di sesso.
In Comizi d’amore vediamo Pier Paolo Pasolini girare l’Italia per fare domande più o meno scomode sul sesso e sulla vita sentimentale. Tra le persone intervistate spiccano anche alcuni intellettuali, amici di Pasolini, come Moravia, Musatti, Ungaretti e Fallaci.
Quello che emerge chiaramente da tutte le interviste, sia nella Sicilia rurale che nelle strade di Milano, è che gli italiani dell’epoca erano restii a parlare del sesso. Si trattava ancora di un argomento tabù, nonostante al nord le persone cercassero di apparire disinvolte.
Questo viene sottolineato da Pasolini in un passaggio molto chiaro: «Qui, nel profondo Sud, non c’è nessuno che non abbia le idee chiare sul sesso. Il Nord è moderno ma le idee sul sesso sono confuse, sono dei rottami di un’ideologia vecchia che non è più in grado di capire e giudicare l’intera realtà. Il Sud è vecchio, ma è intatto. Guai alle svergognate, guai ai cornuti. Guai a chi non sa ammazzare per onore». Quello che quindi mi preme capire è se questi rottami di un’ideologia vecchia sono, in qualche modo sempre presenti ancora nella società contemporanea e se sì, in che forma.
Comizi d’amore
Ricerche 1 – Grande fritto misto all’italiana
Per fortuna la struttura del film ci aiuta a orientarci in quella che è una ricerca molto densa e anche complessa per quantità e modalità di argomenti trattati. Dopo una breve introduzione, si entra subito nel vivo con il primo capitolo che si intitola “Ricerche 1 – Grande fritto misto all’italiana”. Si parte dal lungomare di Viareggio dove Pasolini chiede ai passanti se trovano interessante l’idea di un film che affronti la tematica del sesso. Le risposte sono piuttosto chiare: un film che parli del sesso, no; un film erotico con gli spogliarelli, sì. Le ragazze intervistate si limitano a dire che gli spettacoli erotici non li approvano, ma li tollerano. Direi un ottimo inizio.
Il capitolo continua spostandosi in varie zone dell’Italia e indagando in modi diversi lo stesso concetto, ossia come gli italiani si rapportano al sesso. È interessante come alla domanda sulla libertà sessuale, una serie di contadine riconoscano come ci sia molta più libertà rispetto a un tempo, ma la gran parte di loro afferma anche che sia meglio così. Le donne una volta stavano segregate in casa e i mariti facevano figli in giro per tutta Italia. Con maggior libertà, la vita sessuale e sentimentale è, paradossalmente, meno tumultuosa.

Si entra anche per la prima volta nel merito di cos’è giusto e cos’è sbagliato, nel conformismo e nel tentare di scardinare la morale cattolica interiorizzata. Nello specifico, c’è una domanda interessante che viene posta a delle lavoratrici in fabbrica: come mai hai scelto di lavorare in fabbrica e guadagnare poco, anziché andare a prostituirti e guadagnare sei sette volte di più? Perché un lavoro è considerato onesto e l’altro no? Nessuna sa rispondere.
Ma quante persone saprebbero rispondere oggi? Perché non aprire un canale OnlyFans per sbarcare il lunario, anziché fare due o tre lavori sottopagati? Giusto pochi anni fa su Reddit, quando OnlyFans dichiarò che avrebbe ridotto il pagamento molti creator, molti utenti commentarono cose tipo «Gli sta bene, ora dovranno trovarsi un lavoro vero» o «GUADAGNARE FACENDO NIENTE».
Ricerche 2 – Schifo o pietà?
Alla luce delle prime domande, a cui gli italiani hanno risposto in maniera molto evasiva e poco precisa, Pasolini decide di andarci giù pesante e chiedere in maniera diretta il proprio pensiero sull’omosessualità. Ungaretti, il primo a rispondere a questa domanda, dà una risposta molto moderna: «Ogni uomo è fatto in maniera diversa, nella sua struttura fisica. È fatto in modo diverso anche nella sua combinazione spirituale. Quindi tutti gli uomini sono, a loro modo, anormali. Tutti gli uomini sono in un certo senso, in contrasto con la natura».
Quando però scende tra la popolazione a chiedere delle “anormalità sessuali” o degli “invertiti”, le persone si ritraggono intimorite e disgustate. Nessuno vuole saperne nulla, non vogliono che se ne parli, nonostante Pasolini ripeta che magari conoscendo il problema lo si potrebbe affrontare.

Fare un parallelo oggi è più difficile, perché, fortunatamente le cose sono un po’ cambiate e adesso non si deve scegliere se le persone queer facciano più pena o più schifo. Si parla piuttosto di diritti. C’è da dire che negli ultimi anni in Italia c’è stato un grande incremento, ad esempio, delle persone favorevoli al matrimonio egualitario (il 64,5% nel 2024, nel 2009 solo il 40,4% era favorevole).
L’unico documento che ho trovato invece circa le opinioni sul mondo LGBT in generale è del 2019 e mostra valori molto meno favorevoli. Addirittura sembra che il 28% degli italiani conosca solo la comunità queer per i suoi stereotipi, ne abbia paura e sia chiusa per quanto riguarda i diritti. E meglio non entrare nel merito delle persone transgender che sono quelle che ancora subiscono maggiori discriminazioni.
Insomma bene, ma non benissimo. E per citare Moravia e il suo intervento alla fine del primo tempo di Comizi d’amore, «una credenza che sia stata conquistata con l’uso della ragione e con un esatto esame della realtà, è abbastanza elastica da non scandalizzarsi mai».
Richerche 3 – La vera italia?
Continuano i comizi d’amore e in apertura del secondo tempo, Pasolini dice che la sua ricerca è in crisi, perché gli italiani non rispondono apertamente oppure non hanno idee precise sulla questione sessuale, quindi decide di iniziare a fare domande molto più dirette. Inizia così un viaggio che attraversa di nuovo tutta la penisola dalle spiagge meridionali, fino al lido di Venezia.
L’argomento chiave di questo capitolo è il divorzio. Quasi la totalità delle persone è favorevole al divorzio, qualcuno fa ancora qualche resistenza dicendo che con il divorzio si ha troppa libertà e viene meno la sacralità del matrimonio (soprattutto al Sud, in cui ancora si sostiene il delitto d’onore).
In questo capitolo c’è anche uno scontro imbarazzante in uno stabilimento balneare toscano, dove un uomo sposato si scontra con uno scapolo, il primo tradizionalista e il secondo più progresissta sulla visione della famiglia e del matrimonio. L’uomo sposato per dimostrare che ha ragione e che la famiglia è il fondamento della società chiede al figlio che ha in braccio «vuoi andare con il signore sconosciuto o rimanere con il babbo?». Ovviamente il bambino risponde di voler rimanere con lui e per l’uomo questo è sufficiente per gonfiarsi e stamparsi in faccia un sorrisetto che dice «io ho sempre ragione».
Andiamo bene.
Sembrano tempi lontani, ma nel 2015 è stato introdotto il divorzio breve, una legge che va a semplificare e velocizzare la prassi del divorzio. Bene, nel 2014 un buon 15% della popolazione italiana era contraria a questa legge.

Ricerche 4 – Dal basso e dal profondo
L’ultima parte è quella che ho trovato più interessante. Si parla infatti della legge Merlin, una legge del 1958 che abolisce la regolamentazione della prostituzione e chiude di conseguenza, tutte le case chiuse. Trovo interessante queste interviste perché inaspettatamente la popolazione è contraria alla legge Merlin: meglio le case chiuse che le strade, c’è più igiene, costano meno e sono più dignitose.
Sembra un pensiero molto moderno e fa strano infatti sentire Pasolini appoggiare la legge. Poi c’è un passaggio esplicativo in cui un ragazzino dice che non gli interessano le case chiuse, perché lui ama tutte le ragazzine della sua età. Qua Pasolini interviene dicendo che i giovani cominciano a ragionare bene.
Infatti, il punto chiave della legge Merlin era il cercare di disincentivare la prostituzione e lo sfruttamento. Per gli uomini dell’epoca, abituati a fare le prime esperienze con le prostitute perché le donne dovevano restare chiuse in casa e vergini fino all’altare, questa legge causava dai gravi problemi in senso molto pratico. Non contemplavano minimamente l’idea che un giovane potesse fare le proprie prime esperienze sessuali con una coetanea.
La coscienza dell’amore
Il film si chiude sulle immagini di un matrimonio su cui Pasolini tira le somme amare di questa inchiesta: agli italiani non interessa parlare e conoscere il sesso e l’amore, lo prendono per quello che è, e non si interrogano e si interessano soltanto a vivere.
La situazione è cambiata? Sì e no. Il primo dato interessante è che in Italia oggi si fa meno sesso che in passato. I problemi sono vari e molti derivanti da internet: standard estetici troppo alti, l’iperstimolazione della pornografia, l’ansia da prestazione. È vero però che il 94% dei giovani tra i 15 e i 24 anni crede che l’educazione sessuale e affettiva dovrebbe diventare una materia obbligatoria a scuola. Peccato che il deputato Rossano Sasso (Lega) abbia definito una “nefandezza” la proposta di introdurre questa materia.
E mi sento di chiudere con le parole di Pasolini, al termine di Comizi d’amore, dove fa un augurio agli sposi e a tutti gli italiani: «Al vostro amore si aggiunga la coscienza del vostro amore».