mercoledì, Marzo 12, 2025
CinemaIl principe d’Egitto

Il principe d’Egitto

Il principe d’Egitto è probabilmente l’unico film a tema sacro che io abbia mai visto. E mi è pure piaciuto.

Un po’ di info utili

Il principe d’Egitto, del 1998, è il secondo film di animazione della DreamWorks. È un remake de I dieci comandamenti del 1956, che è a sua volta un remake di un film omonimo del 1923. Diretti entrambi dallo stesso regista, Cecil DeMille, che era specializzato in film biblici.

Il doppiaggio originale ha al suo interno un sacco di attoroni, come Val Kilmer, Ralph Fiennes, Michelle Pfeiffer, Sandra Bullock, Jeff Goldblum, Danny Glover e Patrick Stewart.

È costato 70 milioni di dollari, ma ne ha incassato circa 218, tantissimo per un film di animazione non Disney. Vinse l’oscar come miglior canzone When You Believe, cantata da Whitney Houston e Mariah Carey. Le musiche oltretutto sono state scritte da Hans Zimmer.

Di cosa stiamo parlando: la trama de Il principe d’Egitto

Si tratta di un adattamento della storia di Mosè tratta dal libro dell’Esodo.

Facendo un riassunto da delle informazioni che ho ricavato da un testo di catechismo per le elementari, la storia è questa:

Il popolo ebraico visse in Egitto per circa 400 anni. All’inizio furono ben accolti, ma poi divennero molto numerosi, tanto che il faraone li considerò una minaccia. Li ridusse in schiavitù e ordinò che ogni neonato maschio ebreo fosse gettato nel fiume Nilo.

Una giovane mamma, decisa a salvare il figlio, lo nascose lungo le rive del fiume, dove venne trovato dalla figlia del faraone, che lo adottò e lo chiamò Mosè, che in ebraico significa «salvato dalle acque».

Mosè venne allevato come un principe ma, diventato adulto, venne a sapere di essere ebreo e rimase molto amareggiato per le tante sofferenze che venivano inflitte al suo popolo. Un giorno, vedendo un sorvegliante picchiare aspramente un ebreo, non seppe trattenersi e lo uccise. Fu costretto così a fuggire e a rifugiarsi nella terra di Madian, dove si mise a fare il pastore e si sposò.

Un mattino, mentre pascolava il gregge vide un roveto che bruciava senza consumarsi. Si accostò incuriosito e udì dalle fiamme una voce che gli diceva:

Io sono il Signore, Dio dei tuoi padri. Ho osservato le sofferenze del mio popolo e sono sceso per liberarlo. Va’ dal faraone e fa’ uscire gli Israeliti dall’Egitto. Conducili nella Terra da me promessa, io sarò con te.

Dio interviene

Mosè quindi si recò dal Faraone per dirgli, in nome di Dio, di lasciare liberi gli Ebrei. lui si rifiutò e divenne ancora più duro con gli schiavi. Allora Dio mandò dieci piaghe sull’Egitto:

  1. Tramutazione dell’acqua in sangue
  2. Invasione di rane dai corsi d’acqua
  3. Invasione di zanzare
  4. Invasione di mosche tropicali
  5. Morte del bestiame
  6. Ulcere su animali e umani
  7. Pioggia di fuoco e ghiaccio (grandine)
  8. Invasione di cavallette o locuste
  9. Tenebre per tre giorni sull’Egitto
  10. Morte dei primogeniti maschi

Il Faraone, stanco e sofferente per la morte del figlio, decise di lasciare liberi gli Ebrei, che lasciarono l’Egitto e iniziarono un nuovo cammino come uomini liberi. Quando giunsero sulle rive del Mar Rosso si accorsero di essere inseguiti dall’esercito del Faraone. Allora accadde un fatto straordinario…

Il Signore risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto Gli Ebrei entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano un muro a destra e sinistra. Gli egiziani li inseguirono. Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare, le acque si riversino sugli egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri».

La concorrenza

Credo sia inevitabile fare un confronto con un altro lungometraggio animato uscito solo un paio di anni prima: Il gobbo di Notre Dame.

Film Disney del ’96 è un adattamento di Notre Dame de Paris di Victor Hugo. Un film anomalo per lo stile della casa di produzione, che presenta temi decisamente adulti, come l’omicidio e la lussuria.

A unire le due pellicole, oltre il nome del paroliere, Stephen Schwartz, ci sono alcuni punti della trama. In entrambi i casi abbiamo una minoranza minacciata, da una parte il popolo ebreo dall’altra gli zingari; il protagonista è in entrambi i film un bambino abbandonato; entrambe le trame si concentrano sulla religione; portano in scena temi piuttosto complessi, come la morte e il genocidio.

Però, se sei un bambino sano e bello, e vieni adottato dalla famiglia reale di sicuro almeno la tua infanzia è migliore di chi “brutto e deforme”, viene rinchiuso in una chiesa da un uomo con evidenti problemi psichici.  

Il conflitto israelo-palestinese

Il principe d’Egitto esce in un contesto storico politico molto complesso, a cui credo sia il caso di accennare, perché come tutti i prodotti mediatici è figlio del suo tempo e, soprattutto, non è mai innocuo.

Il territorio di Israele è sempre stato fortemente ambito e questo ha portato a una notevole instabilità politica e ad aspri scontri con le popolazioni vicine. Questo è a tutt’oggi un problema, come ben sappiamo.

Arafat, personaggio piuttosto complicato, si stava battendo da anni per far riconoscere la Palestina come stato, e stava provano a concordare un trattato di pace con Israele.  

Proprio nel ’98, in quanto capo dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), partecipò a degli incontri organizzati dall’allora presidente degli stati uniti, Bill Clinton. Il 23 ottobre 1998 fu firmato un memorandum in cui venivano riconosciuti i passi avanti fatti durante questi incontri.

Gli accordi però non portarono al risultato sperato, e nel 2000 gli scontri tra le due popolazioni ripresero ancora più aspri.

L’uscita di un film come questo, che vede come protagonista il popolo ebraico che fugge alla ricerca della terra promessa, proprio in un momento di trattative politiche così delicate, potrebbe non essere totalmente casuale. Soprattutto se consideriamo il ruolo predominante dell’America nella ricerca di un accordo di pace.  

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