giovedì, Ottobre 10, 2024
TeatroAntichi maestri - Lombardi Tiezzi

Antichi maestri – Lombardi Tiezzi

Sabato 5 novembre abbiamo assistito ad “Antichi Maestri”, portato in scena dalla Compagnia Lombardi Tiezzi.

In compagnia del primo freddo della stagione, abbiamo attraversato le strade semideserte di Pistoia per raggiungere il Piccolo Teatro Mauro Bolognini. Il teatro si affaccia su una viuzza, vicinissima all’imponente Piazza del Duomo. Sfidando il freddo abbiamo optato per un aperitivo al locale vicino al teatro e lì abbiamo sfogliato il libretto:

Nella Sala Bordone della Pinacoteca di Vienna, un uomo – un musicologo – si siede e guarda un famoso quadro di Tintoretto. Compie questo rito, ogni due giorni, da più di trent’anni. Un secondo uomo – uno scrittore – più giovane, osserva il primo uomo che guarda il quadro. Un terzo uomo – uno dei custodi della pinacoteca – osserva entrambi.

Lo spettacolo è una riduzione del romanzo di Thomas Bernhard e la fedele drammaturgia è di Fabrizio Sinisi.

Crollo nervoso (1980)

Storia del teatro e prosecco

Ho conosciuto la Compagnia Lombardi Tiezzi abbastanza tardi (mea culpa), con lo spettacolo La Signorina Else, ma poi mi sono messo in pari. Nel nostro gruppo, però, ci sono anche persone digiune di teatro. Quindi, durante l’aperitivo mi sono improvvisato uno storico del teatro, cercando di condividere le poche informazioni che conosco.

Partiamo dalle cose essenziali: la Compagnia Lombardi Tiezzi è una delle compagnie teatrali più influenti in Italia e in Europa. I suoi due fondatori, Sandro Lombardi e Federico Tiezzi, dall’inizio degli anni ’70 producono spettacoli e accumulano Premi Ubu (il più importante riconoscimento italiano per il teatro). La loro influenza tra il finire degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 è così grande che due dei loro spettacoli vengono immortalati da un documentario di Rainer W. Fassbinder.

Nelle loro produzioni si mescola la sperimentazione con la tradizione, senza mai stridere, anzi, con risultati spesso sorprendenti: ricordo ancora i conigli ne La Signorina Else.

La mia introduzione finisce qua, un po’ perché non ho altro da dire e un po’ perché sono ansioso: sono quasi le 21.00 e voglio entrare a prendere posto.

(Consiglio comunque di visitare il loro sito per maggiori approfondimenti.)

La Signorina Else (2017)

Lo spettacolo

Prendiamo posto, la mia ansia si placa e ci guardiamo intorno: il piccolo teatro è pieno; una cosa che salta subito all’occhio è l’età media piuttosto alta, “vabbè, saranno tutti residenti abbonati”, suggerisce qualcuno. Forse. Un po’ ci dispiace che il teatro non venga frequentato da persone più giovani. È colpa loro o del teatro? Dall’altra parte della sala un altro gruppo della nostra età ci guarda. Contraccambiamo lo sguardo. Forse stavano pensando la stessa cosa.

Mezza sala. Silenzio. Tutta l’attenzione è rivolta alla scenografia che è già visibile sul palco. Non appena inizia lo spettacolo (accompagnato da The Model dei Kraftwerk) due cose diventano subito evidenti: la scenografia è davvero bella; la regia di Federico Tiezzi gioca subito con i linguaggi. Infatti, al personaggio di Irrsigler, il custode (interpretato da Alessandro Burzotta) è stata affidata tutta la parte fisica dell’azione. Con i suoi movimenti ripetitivi fa da contrappunto alla narrazione, la sottolinea, la interrompe, ci interagisce.

Nel frattempo, statico, si svolge il dialogo tra Reger (Sandro Lombardi) e Atzbacher (Martino D’Amico). I due attori trascinano gli spettatori in un turbinio di parole e riflessioni che, partendo dall’arte, si spostano sul tema centrale: l’essere umano. Infatti Regel, all’apparenza un vecchio brontolone, passa le sue giornate davanti a un quadro di Tintoretto alla ricerca di un errore. Un difetto che renda gli Antichi Maestri più umani.

Abbiamo apprezzato tutti gli attori, ma è giusto sottolineare la grande interpretazione di Sandro Lombardi: quando si è di fronte a un gigante del teatro, non si può che applaudire così tanto da richiamarlo alla ribalta per tre o quattro volte. Ed è quello che abbiamo fatto. Noi, tutto il pubblico presente e anche chi ha sonnecchiato.

Sandro Lombardi in Il ritorno di Casanova (2020)

Cosa ci è piaciuto

Dopo lo spettacolo, un po’ in auto e un po’ tramite messaggi, abbiamo scambiato qualche opinione. Il filo comune tra tutte le nostre prime impressioni è la scenografia di Gregorio Zurla. È l’elemento che più ci ha colpito, di grande impatto visivo e un ottimo strumento narrativo per delimitare gli spazi. I cubi luminosi che racchiudono la scena ricordano i quadri di Francis Bacon e sembrano avere lo stesso scopo: quello di isolare il soggetto, sottolineando la sua condizione di solitudine.

So di essere ripetitivo, ma un altro elemento che ci ha trovato concordi è l’interpretazione di Sandro Lombardi: misurata, naturale, con gesti precisi e puntuali.

La musica, infine, ha avuto su di me un grande impatto emotivo. Il brano di chiusura, Naturträne di Nina Hagen, ti si infila sotto la pelle. È un brano che prende la tradizione, la mastica e la risputa. Un po’ quello che da sempre la Compagnia Lombardi Tiezzi cerca di fare e Antichi Maestri non fa eccezione: distruggere tutte le regole per poi ricomporle, senza abbandonare mai del tutto la tradizione del teatro d’arte. Citando Federico Tiezzi, “facendo teatro interrogandosi nello stesso momento sul linguaggio del teatro“.

Cosa non ci è piaciuto

Forse lo spettacolo risente un po’ della fonte da cui è stato adattato. Il linguaggio risulta molto letterario, non immediato. È facile perdersi tra le parole di Regel, spesso ripetitive, ma mai complesse. Si tratta di una scelta obbligata, quando si maneggia un testo del genere e non è nostra intenzione criticarla. È solo un consiglio per i futuri spettatori: non pensate di arrivare a teatro per vedere una cosa leggera; questo spettacolo si merita e ha bisogno di tutta la vostra attenzione. (Oppure se siete degli abbonati di una certa età, ci scapperà il pisolino)

Antichi Maestri (2021) – Questa foto e quella di copertina sono di Luca Manfrini

Conclusione

Quando si guarda Antichi Maestri della Compagnia Lombardi Tiezzi, si ha come l’impressione di trovarsi dentro una matrioska: ci siamo noi, il pubblico, che osserva Sandro Lombardi che, dandoci le spalle, osserva il quadro del Tintoretto; Regel osserva i quadri degli Antichi Maestri per scorgerne un difetto, per renderli più umani, mentre anche noi osserviamo gli antichi maestri del teatro, forse, alla ricerca di un errore. Ma l’errore in questo spettacolo non c’è. L’unica incertezza la scorgiamo durante gli applausi, in un momento di imbarazzo quando, alla terza chiamata alla ribalta, gli attori si prendono goffamente le mani per ripetere ancora una volta l’inchino. Ed è con quel gesto un po’ goffo che riusciamo ad umanizzarli e ad apprezzarli ancora di più.

3 buoni motivi per andare a vedere Antichi Maestri:

  • L’interpretazione di Sandro Lombardi
  • La scenografia di Gregorio Zurla
  • La storia della Compagnia Lombardi Tiezzi

Chi siamo?

Siamo un gruppo di amanti del teatro. Abbiamo deciso di scegliere 8 spettacoli in scena nella stagione 2022/2023 e di costruire la nostra rassegna. Prima e dopo ogni spettacolo ci prendiamo un po’ di tempo per parlare degli spettacoli. Dopodiché scriviamo un articolo proprio come questo per condividere la nostra opinione. L’articolo, anche se scritto da me, Stefano, è frutto della collaborazione e delle opinioni di Agua, Lisa, Luca e Matilde.

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