venerdì, Ottobre 18, 2024
CinemaTraumi cinematografici millennial: i film che ci hanno rovinato l'infanzia

Traumi cinematografici millennial: i film che ci hanno rovinato l’infanzia

Dai cartoni animati agli horror anni '90: un viaggio nei traumi cinematografici millennial che hanno lasciato cicatrici emotive

Senti anche tu quell’atmosfera un po’ frizzantina quando vedi tingersi gli alberi di arancio? Quella voglia di mettersi sotto una coperta e fare una maratona di Venerdì 13? Più ci avviciniamo ad Halloween e meno tempo passo nel catalogo di Mubi, RaiPlay o Prime Video, so già cosa guardare: voglio guardare un horror! Possibilmente vecchio di almeno trent’anni. Halloween si avvicina e inevitabilmente riafforano i traumi cinematografici (millennial).

In occasione di questo Halloween voglio proporti una serie di film horror (e non solo) che mi hanno traumatizzato. E, proprio per essere sicuro che qualcuno di questi titoli riapra vecchie ferite e ti costringa a una seduta dallo psicanalista, ho chiesto anche al resto della redazione quali siano i loro traumi. Quindi preparati, perché stiamo per fare un tuffo nel passato. E non sarà piacevole!

Ps: se ti interessa l’argomento, ne parliamo anche nel nostro podcast The Neon Picture Show!

Traumi cinematografici millennial

Chi ha incastrato Roger Rabbit? (1988)

Questo primo trauma ce lo riporta a galla Sebastiano, ma credo sia un trauma che appartenga un po’ a tutti quelli che sono nati tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 diventando un simbolo dei traumi cinematografici millennial. Chi ha incastrato Roger Rabbit? infatti è un film che ha segnato una generazione anche per la sua difficile collocazione: nonostante includa elementi animati (come i classici Pomi d’ottone e manici di scopa o Mary Poppins), tratta argomenti piuttosto maturi.

Ha anche qualche scena piuttosto inquietante come quella della morte del Giudice Morton. Sebastiano si ricordava di Christopher Lloyd per Ritorno al futuro, ed era eccitato di vederlo in questo nuovo film. Peccato che gli occhi rossi, il cranio calvo e le sue grida mentre si scioglie lo obbligheranno da lì in poi a rivedere il film solo fino all’arrivo di Jessica Rabbit, per paura di rivedere la scena.

La favola del principe schiaccianoci (1990)

Lasciando perdere Red e Toby (che è un classico tra i traumi cinematografici millennial), questo è sicuramente il film d’animazione che mi ha traumatizzato di più. Avevo 4 o 5 anni quando lo vidi in VHS per la prima volta e niente, ancora non ho finito di vederlo perché a un certo punto io cominciavo a piangere e urlare disperato e i miei dovevano spegnere tutto.

La scena incriminata è quella dell’arrivo del Re Topo, che squarciando una tovaglia spaventa il gattino della protagonista. Mia sorella mi ha ripetuto per anni che in realtà avevo paura della Regina “topa” e credo che Freud avrebbe molto da dire in merito. Fatto sta che alla fine avevo ragione io, e ancora un brividino lungo la schiena mi scende guardandola.

Punky Brewster (1990)

La serie è uscita in America negli anni ‘80, ma è arrivata in Italia solo nel 1990, su Raidue. Ce la ricorda Sebastiano che aveva tutte le puntate registrate in VHS. Questa serie aveva una puntata di Halloween che ha traumatizzato una generazione intera, basta fare una ricerca online per scoprire che ci sono centinaia di articoli di (ex) bambini spaventati a morte da quell’episodio.

Sebastiano lo guardò quando aveva circa 6 o 7 anni e dopo la visione non riusciva più a stare vicino ai muri, dovettero addirittura cambiare la disposizione dei letti nella camera dove dormiva con i suoi fratelli e a lungo non è riuscito più ad andare in bagno da solo. Alla fine decise di bruciare la cassetta come rituale per esorcizzare le paure. Come dargli torto. Questa scena è entrata di diritto nella lista dei traumi cinematografici millennial.

Hai paura del buio? (1990-2000)

Agua mi fa ricordare invece un telefilm per cui andavo pazzo quando ero bambino. Lei l’ha incontrata sulla sua strada mentre era alla ricerca di un film che l’aveva traumatizzata (ne parliamo nell’ultima sezione di questo articolo), ma per me è stata una folgorazione e non potevo evitare di citarla. Non si tratta propriamente di una trauma cinematografico millennial, ma di sicuro di una pietra portante della cultura millennial!

Ricordo che andava in onda su Raiuno, forse all’interno di un programma contenitore (tipo Solletico). Ricordo che aspettavo sempre con eccitazione l’inizio con il fiammifero che si accendeva. Penso che abbia poi causato la mia successiva passione per i Piccoli Brividi e per raccontare storie di paura ai miei cugini e ai miei amici più piccoli.

Angeli (1997-2000)

Non si tratta di un film, ma di una cosa comunque inquietante. Ero un po’ più grandicello, tutte le paure irrazionali dell’infanzia erano svanite, ma poi arrivò un giorno fatidico. Il giorno in cui sono a casa di mio cugino a giocare sul pavimento del soggiorno e in TV stanno dando il programma Angeli condotto da Marco Liorni. Ora io non sono convintissimo che fosse proprio Angeli, però facendo una ricerca pare proprio che in quel periodo fosse quello l’unico programma che veniva trasmesso in pomeridiana che trattasse argomenti paranormali. 

Ricordo una sorta di re-enactment di qualcosa che aveva a che fare con i fantasmi. C’erano delle immagini in bianco e nero, forse di qualcuno che era morto decapitato. Di punto in bianco tutte le mie paure irrazionali sono riapparse e ho cominciato a dormire a luce accesa.

The Blair Witch Project (1999)

Che belli gli anni ‘90, quando ancora noleggiavamo le VHS. Ecco, mia sorella (sì, la stessa che per anni mi ha rinfacciato di essere ossessionato dalla Regina “topa”), noleggiò il film del momento, The Blair Witch Project e lo lasciò incustodito a casa. E io chiaramente lo guardai.

Ricordo benissimo la scena finale, quando uno dei protagonisti arriva nella casa e vede l’altro che guarda verso il muro. Non la capì sul momento, ci volle una chiamata a mia sorella (con il telefono fisso di casa, con il filo nero arrotolato, quello che le ragazze nei film americani usano sul letto, proprio quello) per chiarire il punto. Ma la scena mi rimase comunque stampata in testa per diversi anni. 

The Ring (2002)

Lisa è una persona che si spaventa solitamente anche per la sua ombra. Quindi non ricorda un trauma specifico, ma un grappolo di traumi legati a qualsiasi cosa un po’ più cupa abbia visto da piccola. Anzi, che abbia visto e basta, non credo che l’età abbia cambiato qualcosa.

Però raccontandomi di quando doveva farsi accompagnare a casa da qualche amico, dopo la visione di The Ring, mi è tornato in mente lo scalpore che suscitò alla sua uscita. All’epoca fare una ricerca su internet non era una cosa immediata e scontata come adesso. E così in classe mia cominciarono a girare voci dell’esistenza di un filmato integrale della cassetta e chi l’aveva visto diceva che fosse la cosa più spaventosa mai vista prima.

Ah, beata ignoranza di noi che non conoscevamo l’originale e non capivamo che polpettone occidentalizzato fosse.

The Exorcism of Emily Rose (2005)

Questo film è uscito quando avevo 15 anni. Tratto da una storia vera, il film parla del caso di Anneliese Michel, ragazza tedesca morta per malnutrizione a seguito di ben 67 esorcismi effettuati con il consenso di lei, della famiglia e degli ecclesiastici. Il film racconta la storia proprio dal punto di vista giudiziario e alterna il racconto del processo alle immagini della vita di Emily e degli esorcismi (consiglio però di recuperare il film Requiem del 2006, che racconta il caso di Anneliese Michel dal punto di vista psicologico e psichiatrico, facendo luce sulla sua vera storia).

Nel film c’è una cosa che ha sconvolto tutti quelli della mia età: la ragazza si svegliava in continuazione alle 3:00 del mattino. E questo orario viene descritto nel film come l’ora del diavolo, in cui le forze oscure sono più potenti. E ci sono numerose scene davvero inquietanti legate a quell’orario. Ecco, dopo la visione quel bastardo del mio orologio interiore, ha deciso di farmi cominciare a svegliare puntualmente alle 2:59 o alle 3:00 ogni notte. E, a quanto pare, succedeva la stessa cosa anche a tanti miei amici.

A volte capita anche adesso di svegliarmi a quell’ora e di cagarmi ancora un po’ addosso.

Il quarto tipo (2009)

Arriviamo all’ultimo trauma, quello più recente (che comunque risale al 2009, che non è come pensiamo noi millennial 5 anni fa, ma 15 anni fa): Il quarto tipo, un film scritto e diretto da Olatunde Osunsanmi. Il film ha delle forti analogie con Emily Rose, e credo che a tratti ne abbia preso forte ispirazione.

Si tratta di un mockumentary che racconta la misteriosa storia della cittadina di Nome in Alaska. La cittadina è vittima da oltre quarant’anni di casi di rapimenti alieni. Le varie storie di questi incontri ravvicinati, vengono raccontate durante le sedute di psicanalisi con la dottoressa Abigail che si serve della tecnica dell’ipnosi regressiva.

Nonostante la tematica sembri lontana da The Exorcism of Emily Rose, in realtà Il quarto tipo è, credo, l’unico film che affronti la questione dei rapimenti alieni paragonandoli a una sorta di possessione demoniaca da parte di questi esseri antichi quasi sovrannaturali che parlano il sumero. E anche in questo film ci sono diversi riferimenti alle 3:00 del mattino, in questo caso però alle 3:33.

Menzione speciale: Notte Horror

Tra noi millennial amanti dell’horror c’era un appuntamento estivo imperdibile: Notte horror. La rassegna di film del brivido che andava in onda in seconda serata su Italia 1. C’è una lista esaustiva dei film andati in onda dall’estate del 1989 fino al 2009 su questo forum. Siccome temo che scompaia per sempre, me ne sono salvato una copia e credo che prima dell’arrivo di Halloween ci scriverò un altro articolo.

Notte horror era famosa per offrire una settimana un capolavoro e la settimana dopo il trash più impensabile. Non andrò a ripescare le primissime edizioni perché credo di averla cominciata a seguire nei primi anni 2000. Per capirsi, la programmazione del 2001 oscillava tra Nightmare – Dal profondo della notte e Non aprite quella porta 4 (seriamente ce ne sono così tanti?). Ma insomma, è lì che io e Agua abbiamo scoperto I racconti della cripta. È lì che ho visto per la prima volta molti dei capitoli di Hellraiser. Ed è sempre lì che ho visto almeno cinque volte, una volta all’anno, Hemoglobin – creature dell’inferno.

Grandi classici

Sembrerà banale, ma alcuni titoli intramontabili continuano a mietere vittime, anche a distanza di decenni dalla loro uscita. Non si tratta di traumi cinematografici millennial, ma transgenerazionali, potremmo dire. Questi sono alcuni di quelli che hanno traumatizzato pure noi di Neon.

L’esorcista (1974)

Simone ci propone un grande classico: perché non guardare a 10 anni il film considerato più spaventoso di tutti i tempi? Lui e i suoi amici sono stati costretti a mettere tutto in pausa nel momento della famosissima scena di Regan che scende le scale camminando come un ragno.

Io ricordo di aver visto L’Esorcista intorno ai 16 anni con mio cugino e fu una delle esperienze più immersive di sempre: fuori imperversava un temporale e alcuni fulmini sembravano coincidere con i flash del volto di Pazuzu. È esattamente il tipo di serata di Halloween che sogno.

Shining (1980)

Sempre di cugini si parla, ma la situazione qua è molto più complicata: è venerdì 13 gennaio del 2012. Matilde e suo cugino stanno per guardare un film horror, il primo (e forse unico) per suo cugino. Il film in questione è proprio Shining.

Il ricordo che portano della visione è molto positivo, nessun trauma. Se non che quella sera è avvenuta la tragedia della Costa Concordia e Roberta Ragusa è scomparsa. Tutti eventi avvenuti in Toscana, dove Matilde e suo cugino hanno compiuto il rito di iniziazione all’horror. L’esperimento non è mai più stato ripetuto.

Nightmare – Dal profondo della notte (1984)

Sempre Matilde ricorda quando a 8-9 anni, sua madre le propose di guardare un film mentre lei stirava e il film in questione era proprio Nightmare – Dal profondo della notte. La trama gira intorno a cinque amici adolescenti che sognano un uomo dal volto sfigurato, con una voce spaventosa e un guanto da giardiniere con dei coltelli al posto delle dita. Si rendono conto che quello che sognano accade davvero e che l’unico modo per sopravvivere è non addormentarsi.

Questo film è il primo di una serie infinita, e ci troviamo dentro un Johnny Depp che pare dodicenne che muore in una delle scene più splatter della storia: lui che viene trascinato nel letto e si trasforma in una fontana di sangue che riempie la sua camera come uno tsunami. Nel corpo umano tutto quel sangue non c’è, ma quella scena è iconica. 

Traumi dimenticati

Non sono soltanto i grandi classici ad accomunare i traumi cinematografici millennial di Neon. A quanto pare in molti hanno un ricordo offuscato di qualcosa che hanno visto ma che non riescono a ricordare.
Se riconosci qualcuna di queste scene, faccelo sapere sul nostro canale Instagram!

I racconti della cripta

Una vasca da bagno piena di vermi

Simone iniziò a vedere un film con i suoi genitori, che poi decisero che fosse inadatto alla sua età. Il film iniziava mostrando un ambiente (probabilmente una casa) dove in una vetrina erano esposti animali morti e impagliati. Attraverso una camera poi si arrivava nel bagno, dove c’era una vasca da bagno di piena di vermi o larve.

Spot anni ‘90

Quando ero ancora in fasce, i miei mi raccontavano che ero spaventatissimo da uno spot televisivo di un uomo che puliva un lampadario. A un certo punto scivolava, la scala sul quale era salito finiva per terra e lui rimaneva appeso, come se fosse impiccato, con le gambe che ciondolavano. Alla fine si scopriva che stava bene, ma io ero già troppo impegnato a urlare a squarciagola per farci caso.

Un negozio pieno di burattini

Come già accennato, Agua è incappata in diverse serie per ragazzi anni ‘90, cercando una scena specifica: ci troviamo all’esterno di un vecchio negozio abbandonato, entrando, sugli scaffali ci sono file di burattini. Questi burattini sono vivi, o forse ci sono delle anime di bambini intrappolate dentro. Questa scena comunque la ricordiamo sia io che Lisa, quindi da qualche parte deve essere venuta fuori!

E tu cosa ne pensi? Faccelo sapere scrivendoci sul nostro profilo Instagram!

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