lunedì, Ottobre 7, 2024
CinemaAttori queer per personaggi queer?

Attori queer per personaggi queer?

Come rispondere a un domanda complicatissima con un rewatch di Priscilla - La regina del deserto

Si tratta di uno degli argomenti cinematografici più dibattuti negli ultimi anni: il personaggi queer devono essere interpretati da attori queer? Non ci avevo riflettuto mai adeguatamente, fino a che non ho deciso di riguardare Priscilla – La regina del deserto per parlarne nel nostro podcast.

Priscilla – la regina del deserto, è un cult del 1994 scritto e diretto da Stephan Elliott. Il film è un ricettacolo di citazioni e ironia queer che ogni gay dovrebbe conoscere a memoria. Tipo «Oh Felicia, dove cazzo ci troviamo?», ottimo per tutte le occasioni in cui ci si trova in un posto dimenticato da dio. 

Priscilla – La regina del deserto: la trama

Bernadette, Tick e Felicia sono rispettivamente una donna transgender e due drag queen che si esibiscono nei bar di Sydney. Dopo la morte del compagno di Bernardette, le tre decidono di partire alla volta di Alice Springs per esibirsi in un hotel. Felicia rimedia un vecchio autobus che sarà il mezzo con il quale si sposteranno per le lande desolate australiane. Battezzano l’autobus proprio col nome di Priscilla.

Durante il viaggio si scoprirà che Tick in realtà è sposato ed è stata proprio sua moglie a ingaggiarlo per questo lavoro. Il viaggio procede a scossoni, tra problemi al motore e scorciatoie nel deserto. C’è addirittura una piccola parentesi piuttosto dimenticabile dell’incontro con degli aborigeni che, ricalcando perfettamente il mito del buon selvaggio, accettano le tre a una loro festa, facendole addirittura esibire e unendosi a loro nelle danze. Nel resto dei paesini gli autoctoni, invece, reagiscono in maniera aggressiva alla vista delle tre vestite di paillettes. Un messaggio invecchiato decisamente male.

Incontrano infine Bob, un meccanico che si offre di aiutare le tre a concludere il loro viaggio. Bob è privo di qualsiasi preconcetto e si innamora di Bernadette. Le tre raggiungono Alice Springs dove si scopre che Tick ha addirittura un figlio. E non manca di nuovo una scena dalla morale un po’ spicciola in cui Felicia cerca di sbeffeggiare Tick perché gay e drag queen e il bambino reagisce con naturalezza, mostrandosi puro e libero da sovrastrutture. A differenza della scena degli aborigeni, però, questa può essere letta oggi come il simbolo di un divario generazionale. È invecchiata meglio, diciamo.

Alla fine le tre si esibiscono (con scarso successo) e, dopo gli spettacoli, Tick porta suo figlio a Sydney con sé per concedere alla madre un po’ di meritato riposo. Felicia va con loro, mentre Bernadette e Bob si fermano ad Alice Springs per provare a cambiare aria e a ricominciare.

Priscilla - La regina del Deserto

«Io mi unirò alla conversazione purché sia chiaro che si smetta di spettegolare sulla gente, di parlare di parrucche, di vestiti, di vastità di seni, di peni, di droga, di night-club e soprattutto degli ABBA».

Attori etero per ruoli queer: sì o no?

Gli attori

Ecco, forse ancora non si è capito, ma sono in vena di fare un po’ di polemichetta, quindi vorrei concentrarmi sui tre attori principali: Terence Stamp, Hugo Weaving e Guy Pearce. È importante soffermarsi su di loro perché interpretano rispettivamente un personaggio trans e due personaggi queer, ma sono tutti e tre etero.

Se da un lato si capisce che la penna che ha scritto il film è queer, perché i personaggi e le battute non potrebbero mai essere state scritte da un uomo etero, non è altrettanto evidente che i tre interpreti siano etero nella loro vita privata. Offrono un’ottima performance, non soltanto macchiettistica nei momenti più camp, ma anche credibile nei momenti più intimi. Questo apre la questione complessa e controversa: i personaggi queer devono essere interpretati da attori queer?

Una questione di contesto

È un argomento molto complesso e inizierei il ragionamento partendo dal teatro. Capita sempre più spesso che sul palco ci siano personaggi bianchi interpretati da attori neri, oppure personaggi maschili interpretati da donne. Ma si tratta di un contesto molto diverso dal cinema. Quando una persona va a teatro non si aspetta di vedere qualcosa di “verosimile”, è molto più aperto alla sperimentazione. E non credo che a qualcuno venga in mente di dire «Eh, ma quel personaggio è gay, deve intepretarlo una persona gay». Che lo interpreti chi è più bravo!

Alla fine non mi attendo che un attore che interpreta un serial killer abbia effettivamente tendenze omicide. O che un’attrice che interpreta una professoressa di storia dell’arte, sia laureata in storia dell’arte. Certo, potrebbe aiutare avere una qualche affinità con il personaggio, ma sta proprio nel mestiere dell’attore fingere di essere quello che non è, e risultare credibile. È tutta lì la magia: trovare quella chiave di lettura del personaggio che, anche se è lontanissimo da te, ti permetta di empatizzare e di renderlo credibile. 

Nel cinema però interviene l’illusione filmica: percepiamo quello che vediamo come vero. Il compito dei registi e di tutti i professionisti del cinema è far sì che questa illusione non venga spezzata (almeno nel cinema commerciale contemporaneo). Oltre all’utilizzo del decoupage classico per il montaggio, si evita anche, ad esempio, di far interpretare a un uomo un ruolo femminile o viceversa, perché lo spettatore si chiederebbe subito «Scusa, ma quella perché è un uomo?». A meno che non lo si faccia per scelte comiche o grottesche, come Eddie Murphy ne Il professore matto o in molti sketch dei Monty Python.

Priscilla - La regina del Deserto

Personaggi trans

Quindi, in Priscilla per quanto riguarda il personaggio di Bernadette, personaggio trans, non ci sono molti dubbi: anche se l’attore è stato davvero bravissimo, trovo sbagliato che sia un uomo ad interpretarla. Come, ad esempio, trovo discutibile che Tilda Swinton in Suspiria interpreti anche un ruolo maschile (con effetti involontariamente comici). Se uno scambio di genere tra uomo e donna sullo schermo appare ridicolo, allora perché non dovrebbe essere altrettanto ridicolo il personaggio di una donna trans interpretato da un uomo? 

Caso chiuso.

Personaggi queer

Per quanto riguarda i personaggi queer, be’, è complicato. 

Proviamo a prendere la discussione da un altro punto di vista: gli attori queer possono interpretare personaggi etero? In passato ci sono state diverse discriminazioni. Ad esempio, si è parlato del fatto che Matt Bomer sia stato scartato per interpretare Superman perché non abbastanza virile. Che voglio dire, se Matt Bomer è poco virile, io sono Nilla Pizzi. 

Se queste discriminazioni sono vere, allora è corretto riservare una corsia preferenziale alle persone queer per ruoli queer, giusto per ristabilire un attimo di giustizia nel mondo. Sulla lunga corsa però non credo sia una strategia vincente. Diventerebbe un’arma a doppio taglio: se queer interpreta queer, allora etero interpreta etero. Potrebbe dare il via ad ancora più discriminazioni.

Le caratteristiche imprescindibili di un personaggio

Si è smosso un gran polverone per la scelta di casting per Ariel nel live action de La Sirenetta. A quanto pare un’attrice di colore non poteva interpretare un personaggio metà umano e metà pesce. A parte la contestazione piuttosto ridicola, questa e altre polemiche ci aiutano a stabilire che effettivamente l’etnia è una caratteristica che, nel cinema, un attore deve condividere con il personaggio. Abbiamo già affrontato la questione del genere e dovremmo aver stabilito che anche in questo caso si tratta di un carattere che attore e personaggio devono condividere, a meno che non si voglia ottenere un effetto comico o grottesco.

Quali sono le altre caratteristiche imprescindibili che l’attore deve condividere con il personaggio? L’orientamento sessuale, quindi, rientra in questa lista? E altre caratteristiche come la provenienza? L’accento? Il colore di capelli? Il livello di istruzione? Le credenze religiose?

Non credo che un personaggio gay debba essere necessariamente interpretato da un attore gay. Almeno non credo sia necessario in termini di credibilità, di verosimiglianza e di sospensione dell’incredulità. Ad esempio Sean Penn ha interpretato divinamente Harvey Milk in Milk, pur non essendo gay. Il film è bellissimo, e questa scelta di casting non inficia il risultato in nessun modo. Però sapere che Milk ha lottato per diventare il primo gay dichiarato nelle istituzioni americane e che nel suo biopic è stato interpretato un uomo etero fa un po’ storcere il naso. Ma non impatta il valore artistico dell’opera.

NB: ho deciso di non parlare di personaggi non-binary e di personaggi con disabilità per rimanere focalizzato sul punto, ma non escludo di ampliare l’articolo in futuro o di scriverne altri sul tema.

Sean Penn interpreta Harvey Milk

Conclusioni

Credo che alla fine, quali siano le caratteristiche che il personaggio debba condividere con il suo interprete, sia una scelta che spetta al regista. Che si spera sia armato di buon senso e non guidato da una visione né tradizionalista né eccessivamente woke.

Per quanto riguarda Priscilla – La regina del deserto, visto il messaggio del film, trovo discutibile scritturare soltanto maschi etero (specialmente per il ruolo di Bernadette), ma le interpretazioni sono così credibili e il film è così divertente che non trovo il suo valore sminuito da questa scelta. Trovo al massimo che venga depotenziata la morale della pellicola. 

Ma se volevo la morale, mi leggevo una fiaba prima di andare a dormire, non guardavo Priscilla.

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