Il red carpet del sabato della Berlinale è diventato luogo di protesta e la presidente di giuria Kristen Stewart era presente accanto alle filmmakers e attrici iraniane. Tra queste l’attrice Golshifteh Farahani, anche lei parte della giuria, l’attrice del film Holy Spider Zar Amir Ebrahimi e la regista di The Siren Sepideh Farsi.
Right now we're seeing a powerful moment on our Red Carpet at Berlinale Palast as a Demonstration of Solidarity with Iran is taking place. Up next is the Red Carpet for "The Shadowless Tower"
— Berlinale (@berlinale) February 18, 2023
Tune into our livestreams here: https://t.co/JhvpRs3XeR
La protesta contro il regime
In una foto del red carpet di questa giornata compare il volto dell’attrice americana circondata da filmmakers. Le persone intorno a lei hanno in mano dei cartelli tra cui uno che riporta le parole chiave della lotta iraniana: donna, vita, libertà. Le stesse parole vengono intonate dal corteo contro il regime repressivo iraniano.
Gli altri cartelli chiedono la liberazione di due giornaliste, Niloofar Hamedi e Elaheh Mohammadi in prigione accusate di aver cospirato contro la sicurezza nazionale per esser state le prime a coprire la notizia della morte di Mahsa Amini. Accanto alle loro foto c’è quella del rapper dissidente iraniano Toomaj Salehi accusato di fare propaganda e a rischio di pena di morte.
Il ruolo della Berlinale
Prima della protesta, sia Ebrahimi che Farsi hanno contribuito al panel dedicato al “Ruolo del Cinema e delle Arti nella Rivoluzione Iraniana”. Entrambe hanno espresso la loro speranza che l’attuale ondata di proteste nate dalla morte di Mahsa Amini porti al rovesciamento del Regime iraniano.
Parlando del suo film The Siren Farsi ha detto che il suo film si conclude con un senso di speranza e che si augura che venga percepita dal pubblico iraniano come tale per il futuro del loro paese.
La Berlinale non sostiene soltanto le lotte che stanno avvenendo in Iran, ma anche l’Ucraina a cui si mostrerà solidale con il red carpet di venerdì, quando ricorrerà un anno dall’inizio della guerra che sta devastando il paese.