Vi siete mai chiesti dove trovano l’ispirazione i più grandi registi e sceneggiatori per scrivere un copione? Spesso l’illuminazione può arrivare dall’arte, dalla musica.. e anche dai film!
È il caso del premio Oscar Parasite (2019) di Bong Joon-ho: il regista sudcoreano ha infatti “preso in prestito” la trama di un film di qualche anno prima… La pellicola in questione è Il servo (1963), con cui il brillante regista e sceneggiatore statunitense Joseph Losey ha ottenuto il Nastro d’argento nel 1966 come regista del miglior film straniero.
Infatti, proprio come la famiglia Kim (che in Parasite riesce ad iniziare a lavorare per i signori Park attraverso degli ingegnosi sotterfugi), ne Il servo troviamo Hugo Barrett, uno scaltro e “perfetto” maggiordomo che riesce a farsi assumere dal giovane Tony, un londinese tanto ricco quanto ingenuo.
La metafora delle scale
L’elemento verticale delle scale è sempre presente in tutti e due i film ma, se ne Il servo è sviluppato solo nella casa di Tony, in Parasite si espande in tutta la città. La famiglia Kim infatti vive in un minuscolo e sporco scantinato che, non a caso, è l’ambientazione della prima scena del film: è il punto di partenza della loro “ascesa sociale”, che li porterà fino al punto più alto nella villa dei Park.
Al contrario, il “servo” Barrett vive nella casa di Tony e la sua stanza si trova in un sottotetto, quindi nel punto più alto. Le vicende dunque si svolgono negli stessi ambienti: uno tra questi è il corridoio di ingresso dove si trovano le scale. Ed è proprio su quei gradini che avvengono degli scambi di battute fondamentali tra Barrett e Tony, che porteranno il “servo” a guardare il “padrone” dall’alto in basso, fino all’inversione dei ruoli.
Ma allora perché la camera di Barrett non si trova in un seminterrato? Dove avviene la sua ascesa? La verità è che Barrett non è il servo di nessuno, non lo è mai stato: fin dall’inizio è lui che detta le regole e i comportamenti di Tony. Per questo Barrett si trova da subito “in cima alle scale”, sta solo mettendo in atto il suo piano: la sua astuzia è ciò che lo distingue da Tony, non la sua classe sociale.
Barrett e la famiglia Kim: perché tifiamo per loro?
Losey realizza una caratterizzazione impeccabile di Barrett, senza mai svelare niente riguardo al suo passato e alla sua vita. Tutto quello che sappiamo di lui è che sta cercando di impadronirsi della casa di Tony (prima arredando le stanze secondo il suo gusto e poi facendo assumere la sua presunta sorella) ma, nonostante le conseguenze subite dal padrone, noi continuiamo a fare il tifo per il maggiordomo. Come mai? Beh perché l’idea del servo, una figura a cui la società vuole assegnare il ruolo di debole, viene ribaltata dal forte e astuto Barrett. Il fascino di Barrett è il suo genio, nonché la sua carta vincente.
Della famiglia Kim invece sappiamo qualcosa di più: i genitori sono disoccupati e i figli non possono permettersi di frequentare l’università. In Parasite è dunque la loro stessa condizione a spingere tutta la famiglia a cercare un miglioramento.
Anche in questo caso i protagonisti diventano dei fuorilegge ma tutti speriamo fino alla fine che riescano a cavarsela. Questo perché (soprattutto nella prima parte del film) restiamo ancora una volta stupefatti della bravura con cui la famiglia Kim (povera) riesce ad ingannare i ricchi (famiglia Park) che vengono ritratti come ingenui e stupidi (allo stesso modo di Tony).
Violenza
Un ulteriore punto in comune tra Il servo e Parasite è il tema della violenza: presente in entrambe le pellicole ma in modo diverso.
Ne Il servo, la violenza fisica è vista da Barrett come una prerogativa dei padroni verso i servi e la ripudia dall’inizio alla fine del film, anche quando i ruoli si sono ormai capovolti (nell’ultima scena del film l’ex fidanzata di Tony, Susan, dà uno schiaffo a Barrett e lui, da perfetto gentiluomo, le sistema il cappotto sulla spalla e le apre la porta). Tuttavia la manipolazione di Tony da parte di Barrett è una vera e propria violenza psicologica. Non solo Barrett umilia Tony, ma assume il controllo della sua persona facendolo ricadere nell’alcolismo. Ecco diciamo che Barrett non ha la coscienza a posto… ma il suo piano era impeccabile!
Diversamente in Parasite la violenza fisica ha la meglio anche sui “più deboli”, sia quando la famiglia Kim si trova ad avere a che fare con la vecchia governante e suo marito, sia alla festa di compleanno del figlio dei Park.
Stile
Definire il genere di questi due film non è affatto facile: in entrambi i casi possiamo parlare di thriller (psicologico ne Il servo) dove però la componente di black humor ci fa riprendere il fiato dalla drammaticità delle vicende.
Nonostante il filo conduttore tra le due storie sia molto simile, Joon-ho, come sempre, lascia la sua firma, portando sullo schermo uno dei film più originali degli ultimi anni.
Certo è che, mescolando elementi diversi tra loro, Losey e Bong Joon-ho hanno dato vita a due capolavori, legati ma unici nel loro genere.